martedì 18 maggio 2010

Ddl Lavoro " IN SORDINA MA A VOCE" : Governo vuole imporre il licenziamento a voce















Incredibile voltafaccia del Governo sul Ddl Lavoro, il cui testito lesivo dei diritii basilari dei lavoratori era stato respinto eprisno dal presidente Napolitano: il relatore di maggioranza (Pdl) Maurizio Castro ha proposto di cancellare la modifica ottenuta dal Pd nel passaggio alla Camera del Collegato Lavoro con l'emendamento Damiano (Pd).

In questo modo il lavoratore non potrebbe più scegliere per l'arbitrato invece che per la giustizia ordinaria solo in caso di licenziamento, ma dovrebbe farlo già in fase di assunzione, firmando unaclausola compromissoria(entro 30 giorni dall'assunzione) che, in molti casi, diventerebbe unricatto per poter essere assunti.

Questo nuovo emendamento Castro cancella di netto quello Damiano: se passerà, sarà una modifica che va in direzione peggiorativa, secondo il senatore del Pd Giorgio Roilo, capogruppo in Commissione lavoro: si toglie ai lavoratori la possibilità di scegliere in libertà e si lascia libero il datore di lavoro di licenziare a voce, senza neppure una comunicazione scritta.

Il testo dell'emendamento proposto da Castro recita infatti: «Le commissioni di certificazione accertano, all'atto della sottoscrizione della clausola compromissoria, l'effettiva volontà delle parti di devolvere ad arbitri le eventuali controversie nascenti dal rapporto di lavoro".

Il gruppo del Pd in commissione lavoro è fermamente contrario a sopprimere gli effetti dell'emendamento Damiano, perchè questolederebbe i diritti fondamentali dei lavoratori, penalizzandoli ulteriormente, oltre ad andare in contrasto con quanto richiesto dal Capo dello Stato.

Lo ha ribadito anche lo stesso Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro a Montecitorio e firmatario dell'emendamento, affermando che «è molto grave che la maggioranza abbia preannunciatoal Senato di voler modificare l'attuale testo del Collegato Lavoro nella parte cambiata alla Camera»", annullando i passi avanti compiuti in una discussione già molto controversa. Non resta che attendere l'esito del voto al Senato...

da PMI.IT

Emendamento relatore Castro (Pdl) prevede forma non scritta (Il Sole 24 Ore Radiocor) - , 17 mag - Nei contratti di lavoro a tempo determinato si apre la strada al licenziamento del lavoratore anche in forma non scritta. Lo prevede un emendamento del relatore (Pdl) al collegato sul lavoro presentato alle e Lavoro del Senato che interpellato in merito ha spiegato che quello del licenziamento non in forma scritta e' una fattispecie che si verifica "in casi residuali, come ad esempio nelle piccole botteghe". In particolare, l'emendamento del relatore all'articolo 32 in materia di 'decadenze e disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo determinato' aggiunge che, "in caso di licenziamento intimato senza la forma scritta, il termine di decadenza" per fare ricorso contro il licenziamento "e' fissato in 90 giorni" (invece che nei 60 giorni previsti per il licenziamento in forma scritta) a decorrere dalla comunicazione del licenziamento o dalla comunicazione dei motivi nel caso in cui non fosse contestuale a quella del licenziamento. Inoltre, "in caso di mancata indicazione per iscritto dei motivi del licenziamento" il termine di decadenza per impugnare il licenziamento "e' fissato in novanta giorni dal termine entro il quale detti motivi devono essere comunicati". Infine, viene specificato che "l'onere della prova della decadenza dell'impugnazione spetta al datore di lavoro".

IL SOLE24ORE

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