domenica 17 ottobre 2010

IINCHIESTA SULLE VILLE DI BERLUSCONI AI CARAIBI AD ANTIGUA

martedì 1 giugno 2010

BERLUSCONI INSULTA TUTTI A BALLARO' NON CONCEDENDO REPLICA RIATTACCANDO IL TELEFONO

giovedì 20 maggio 2010

MARCO TRAVAGLIO E LA CRICCA APPALTOPOLI ad ANNOZERO

SANTORO PARLA DI SE E DELLA RAI E ANNOZERO


Se Santoro attacca La RAI, Il PD ed i partiti, i gionalisti, qualche dubbio c'è. Il corriere della sera nelle parole di Aldo Grasso che dice " Masaniello della tv e venditore ambulante di liberta' ".
Caro Aldo Grasso... Santoro ci mette la faccia, voi altri ci mettete un volto nero, compreso RAI, e tutti quanti gli altri che hanno in mano il potere.
L'italiano che guarda e ascolta ANNOZERO si e' reso conto di tutto.
Santor si emergerà a saladino della democrazia, ma è l'unico credibile.

In bocca al lupo a voi di potere oscuro.

SANTORO PARLA DI SE E DELLA RAI E ANNOZERO


Se Santoro attacca La RAI, Il PD ed i partiti, i gionalisti, qualche dubbio c'è. Il corriere della sera nelle parole di Aldo Grasso dice " Masaniello della tv e venditore ambulante di liberta' ".
Caro Aldo Grasso... Santoro ci mette la faccia, voi altri ci mettete un volto nero, compreso RAI, e tutti quanti gli altri che hanno in mano il potere.
L'italiano che guarda e ascolta ANNOZERO si e' reso conto di tutto.
Santoro si emergerà a saladino della democrazia, ma è l'unico credibile.

In bocca al lupo a voi di potere oscuro.

mercoledì 19 maggio 2010

PUNTI CALDI SUL BAVAGLIO DDL INTERCETTAZIONI, sì alle condanne per editori e giornalisti

Via libera della commissione Giustizia della Camera alle norme del ddl intercettazioni che inaspriscono le condanne per i giornalisti e puniscono gli editori con il pagamento di una somma che potrà arrivare ai 464mila euro. L'emendamento del governo approvato dalla commissione Giustizia prevede che per la pubblicazione degli atti, vietata per legge, il giornalista rischi l'arresto fino a due mesi e il pagamento di un'ammenda dai 2mila ai 10mila euro. Se invece ad essere pubblicate saranno le intercettazioni, la condanna sarà sempre l'arresto fino a due mesi, ma l'ammenda aumenterà: dai 4mila ai 20mila euro. In più, per il giornalista, si prevede la sospensione temporanea dalla professione.

Stesse condanne per chi compie riprese e registrazioni fraudolente. Su questo punto, però, ieri sera però erano state approvate delle esimenti: non verrà condannato chi compirà questo tipo di registrazione o ripresa per motivi legati alla sicurezza dello Stato; se si tratta di un giornalista professionista nell'esercizio del diritto di cronaca; se realizzate nell'ambito di una controversia giudiziaria o amministrativa. La Commissione Giustizia del Senato ha anche bocciato gli emendamenti soppressivi della norma che prevede il pagamento per gli editori di una somma che potrà arrivare ai 464mila euro.

La parola fine sul percorso parlamentare del ddl intercettazioni non è stata ancora scritta, ha detto Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, promettendo battaglia in aula sul provvedimento. «Il ddl ha subito tante modifiche e contiene tante incoerenze che non ho ancora capito cosa verrà fuori». Ma a chi le chiede se lo scontro politico, una volta approvata la nuova legge possa sfociare nella richiesta di un referendum popolare promosso dall'opposizione, Finocchiaro risponde: «Questo non lo so». Il ddl sulle intercettazioni, sottolinea il capogruppo dell'Italia dei valori in commissione Giustizia al Senato, Luigi Li Gotti, «rappresenterà un intervento devastante e un arretramento vistoso nella lotta al crimine. Taglierà le gambe all'informazione».

No dell'Udc al provvedimento. «L'Udc non condivide né il metodo né il merito - ha sottolineato il presidente dei senatori dell'Udc, Gianpiero D'Alia - del provvedimento sulle intercettazioni». Di parere opposto il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. «Il Governo e la maggioranza, sulle intercettazioni, si muovono coniugando legalità e garanzie dei cittadini». Nel 2007, ha sottolineato, sono state intercettate 124mila persone in Italia e solo 1. 700 negli Usa, che hanno cinque volte la nostra popolazione. «È una follia, che richiede un giro di vite, a tutela del diritto dei cittadini italiani a non essere spiati e schedati. È gravissimo che l'opposizione non capisca o faccia finta di non capire».

L'abc del decreto incentivi 2010

Sono saliti a 19 i prodotti che godranno dei bonus previsti dal decreto legge sugli incentivi, varato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri. La lista, contenuta nel provvedimento attuativo dello Sviluppo economico, spazia dagli elettrodomestici, alle cucine, agli immobili ad alta efficienza energetica, alle moto, alla banda larga per gli under 30. L'incentivo scatterà a richiesta (al rivenditore) e per tutto il 2010, ma fino a esaurimento delle risorse (sul piatto ci sono 300 milioni, di cui 200 finanziati dal gettito della lotta all'evasione). L'operazione, che inizialmente doveva partire il 6 aprile, è slittata al 15 aprile. Ecco una rapida sintesi di tutti i bonus previsti, assieme alle altre novità (dalle attività edilizie libere, alla lotta alle frodi fiscali, al piano porti) contenute nel decreto incentivi e nel decreto attuativo.

Adeguamento direttiva Ecofin (articolo 2). L'aspetto preso in esame riguarda, in primo luogo, le notifiche ai contribuenti non residenti in Italia, che si considerano validamente effettuate con la spedizione della raccomandata (con avviso di ricevimento) all'indirizzo di residenza estera rilevato dai registri dell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero o a quello della sede legale estera risultante dal registro delle imprese. La notifica ai contribuenti non residenti è poi validamente effettuate qualora i medesimi non abbiamo comunicato al Fisco l'indirizzo della loro residenza o sede estera o del domicilio eletto per la notificazione degli atti. Le nuove disposizioni in materia di notificazione operano simmetricamente anche ai fini della riscossione.

Agevolazioni ricerca nel settore tessile (articolo 4, commi da 2 a 4). Viene escluso dell'imposizione sul reddito d'impresa il valore degli investimenti in attività di ricerca industriale e di sviluppo pre-competitivo finalizzate alla realizzazione di campionari fatti dalle imprese che svolgono le attività previste alle divisioni 13 o 14 della tabella Ateco e cioè: ricerca e ideazione estetica; realizzazione dei prototipi; preparazione del campionario o delle collezioni; promozione del campionario e gestione del magazzino campioni. L'agevolazione è nel limite complessivo di 70 milioni di euro e decorre dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2009 e fino alla chiusura di quello in corso alla data del 31 dicembre 2010. Per quanto concerne il meccanismo di applicazione, l'agevolazione consiste in una deduzione dal reddito d'impresa e opera indipendentemente dal conseguimento di reddito imponibile. La deduzione può essere fatta valere solo in sede di versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo di imposta di effettuazione degli investimenti e non ha effetto per la determinazione degli acconti dovuti per il periodo di imposta successivo. L'agevolazione può essere fruita nel rispetto del limite previsto dal regolamento sugli aiuti di importanza minore (c.d. de minimis) fino all'autorizzazione della Commissione europea.

Attività edilizia libera (articolo 5). Si liberalizzano, rendendole quindi non più soggette neanche alla dichiarazione di inizio attività attualmente richiesta, numerose attività edilizie, quali tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e alcuni interventi di manutenzione straordinaria, nel caso che non riguardino le parti strutturali dell'edificio, non comportino aumento del numero delle unità immobiliari e non implichino incremento rispetto ai parametri urbanistici esistenti. Meno vincoli anche per alcuni interventi volti all'eliminazione di barriere architettoniche, per le opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo e movimenti di terra strettamente pertinenti all'esercizio dell'attività agricola, per le serre mobili stagionali, per le opere di pavimentazione e di finitura di spazi esterni, per i pannelli solari, fotovoltaici e termici, senza serbatoio e per le aree ludiche senza fini di lucro e gli elementi di arredo delle aree pertinenziali degli edifici. La norma fa salve eventuali disposizioni più restrittive previste dalle leggi regionali, le prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali, nonché le altre normative di settore disciplinanti l'attività edilizia, quali, ad esempio, le norme antisismiche, antincendio, e quelle contenute nel Codice dei beni cultuali e del paesaggio. Si prevede, poi, che al fine di semplificare il rilascio del certificato di prevenzione degli incendi per tali attività, il certificato stesso, ove previsto, sia rilasciato in via ordinaria con l'esame a vista. Gli interventi, quindi, previsti dall'articolo possono essere iniziati previa semplice comunicazione, anche per via telematica, all'amministrazione comunale, allegando le autorizzazioni eventualmente richieste dalla normativa di settore e, nel caso di interventi di manutenzione straordinaria, anche i dati identificativi dell'impresa che eseguirà i lavori.

Banda larga per i giovani. Contributo di 50 euro a favore di persone fisiche tra i 18 e i 30 anni per una nuova attivazione di banda larga. L'importo complessivo stanziato per questa misura è 20 milioni.

Il dovere di difendere la libertà di stampa

DUNQUE da oggi chi sbaglia paga? Prendiamo in parola il presidente del Consiglio e la sua voglia improvvisa di legalità, nata dal vortice dello scandalo Scajola, dalle paure del caso Bertolaso, dal "sistema" di scambio tra appalti di Stato e favori privati che si allarga ogni giorno di più sotto le poltrone traballanti del suo governo. C'è una strada maestra per fare sul serio dimostrando che il governo intende stroncare questo andazzo e attaccare frontalmente il malaffare: il premier si rivolga al Parlamento e blocchi la vergogna della legge sulle intercettazioni telefoniche, in nome della libertà d'indagine, della libertà di stampa e del diritto dei cittadini di essere informati, fondamento di ogni democrazia.

È altrettanto vergognoso, e incomprensibile, che non ci sia una mobilitazione generale di tutto il mondo dell'informazione, dalla stampa alla radio-televisione a Internet. Qui non è una questione di destra o sinistra, ma un problema di diritti fondamentali, del loro esercizio, del dovere di informare e del diritto di conoscere e sapere. È un tema di libertà, nel quale si mette in gioco quel soggetto fondamentale delle democrazie occidentali che è la pubblica opinione: ciò che distingue un regime da un sistema aperto, con un libero mercato del consenso basato sulla trasparenza e sull'accesso alla conoscenza e all'informazione.
Diciamo subito che le intercettazioni sono una parte del problema: ma diventano la formula-richiamo per far intendere ai cittadini che il governo si preoccupa soltanto di tutelare la loro privacy.

Chi vuole infatti essere ascoltato nelle sue private conversazioni? Non è forse giusto garantire la libertà di tutti, evitando abusi ed eccessi? Ma gli abusi e gli eccessi sono un falso di Stato. Due anni fa il Guardasigilli ha detto che "una grandissima parte del Paese è intercettata e il numero delle intercettazioni è assolutamente ingiustificato in base al numero degli abitanti e all'ordinamento giuridico". Bene. In realtà i telefoni intercettati in Italia nel 2009 sono 120 mila, che tenendo conto del giro vorticoso di schede e utenze usate dai criminali e delle proroghe corrispondono a meno di 80 mila cittadini, vale a dire lo 0,2 per cento della popolazione. Ecco il falso: aggravato dalla circostanza che il numero dei "bersagli" (come si dice in termine tecnico) intercettati è sceso di 5 mila unità nel 2009 rispetto all'anno precedente, che il costo per lo Stato è fortemente diminuito e che l'80 per cento degli ascolti, addirittura, riguarda reati di criminalità organizzata.

Dunque, che cosa deve temere il cittadino? L'unico interesse generale da tutelare è la garanzia che non venga violata - come talvolta è accaduto, per colpa della pubblicazione affrettata degli atti sui nostri giornali - la riservatezza di persone che non hanno nulla a che vedere con le indagini, quando le loro conversazioni non sono rilevanti per l'inchiesta. Ma per rimediare a questo problema, abbiamo avanzato da tempo una proposta: un'udienza stralcio davanti ad un giudice terzo in cui le parti, e la magistratura ovviamente tra queste, si assumano una precisa responsabilità, stabilendo che cosa è rilevante ai fini processuali e che cosa è insignificante. Ciò che non ha peso per l'accertamento giudiziario deve essere distrutto o secretato, e certamente a questo punto devono scattare sanzioni durissime per chi lo diffonde o lo divulga su un giornale. Mentre ciò che ha un rilievo per l'inchiesta può essere divulgato perché è giusto che l'opinione pubblica conosca i meccanismi attraverso cui si realizza non solo la fattispecie di un reato, ma talvolta un vero e proprio sistema criminale di rilevanza sociale.

Il problema può dunque essere risolto facilmente, in fretta e alla radice. Ma qui, invece, l'obiettivo è quello di tutelare i potenti dal rischio di essere intercettati dal magistrato che cerca prove per un reato e dal pericolo di vedere quelle conversazioni-prova pubblicate dai giornali. E in particolare si punta a tutelare quella particolare categoria di potenti - gli uomini politici - che deve sottoporsi al giudizio della pubblica opinione, e dunque teme l'"accountability", il dover rendere conto del proprio operato, la trasparenza delle sue azioni. Ovviamente, una larga parte del mondo politico condivide il principio della responsabilità e del rendiconto. Ma il governo, con ogni evidenza, vuole evitarlo. Ecco dunque la ricerca di norme congiunte che da un lato rendano più difficili, più limitate, più ristrette le intercettazioni e dall'altro renda addirittura impossibile ai giornali pubblicare non solo i verbali delle conversazioni legittimamente registrate, ma le notizie stesse delle inchieste giudiziarie.
Con questo sistema si crea dunque un doppio "vuoto", uno nell'area delle indagini penali e l'altro nell'informazione che i cittadini hanno il diritto di ricevere su queste indagini. I criminali verranno aiutati: la pubblica opinione verrà invece sottoposta ad un regime di tutela, con il divieto di conoscere e di sapere ciò che avviene nel mondo della giustizia, negli ambienti del crimine, in quella zona critica dove i suoi stessi rappresentanti politici vengono talvolta colpiti da un'iniziativa giudiziaria.

Poiché siamo davanti ad un terremoto politico e di potere, ben più che penale, dentro il mondo impaurito del governo e del sottogoverno, è molto difficile non pensare che la sordità parlamentare e la fretta della destra berlusconiana per far approvare la legge siano una vera e propria operazione di salvaguardia in corso d'opera. Il ministro Scajola è un testimone esemplare di questo riflesso politico di difesa e d'attacco: le intercettazioni sul G8 infatti hanno messo in movimento il piano inclinato che ha fatto ruzzolare il ministro davanti all'opinione pubblica, non alla magistratura. Dunque, se con una mano il governo paralizza le intercettazioni o le limita drasticamente, e con l'altra impedisce semplicemente che i giornali informino i cittadini, un caso Scajola non si verificherà mai più. Il Parlamento voterà obbediente, i telegiornali magnificheranno la difesa della privacy, qualche giornale strepiterà e gli altri volteranno pagina: incombe o no il campionato del mondo di calcio? Che c'è di meglio, direbbe il saggio Confalonieri, per distrarsi un po'?

E invece siamo davanti ad un vero e proprio test per il circuito di funzionamento della nostra democrazia. Sul piano delle indagini, con l'irragionevole limite prefissato alla durata delle intercettazioni, con l'impossibilità di usare gli ascolti per fare altre registrazioni, se emerge dai nastri l'ipotesi di un diverso reato, gli effetti sono evidenti: non ci sarebbe stata l'inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, sarebbe già saltata l'inchiesta sul G8 e la Protezione Civile, si sarebbe bloccata l'indagine di Trani su Rai e Agcom con le pressioni del presidente del Consiglio per bloccare Santoro e la Dandini, sarebbero saltate le prove che a marzo hanno consentito l'arresto a Milano di sette persone sospettate di traffico d'armi con l'Iran, sarebbe diventato molto più difficile documentare la tangente da 10 mila euro per il consigliere comunale milanese Milko Pennisi del Pdl.
L'operazione è completata con il bavaglio alla stampa. Nessuna notizia potrà infatti essere pubblicata d'ora in poi su qualsiasi atto, nominativo, verbale che abbia a che fare con un'inchiesta in corso. L'obbligo al silenzio per i giornali dura fino alla chiusura delle indagini preliminari, cioè per un periodo di tempo che nella media va in Italia dai quattro ai sei anni e che in qualche caso patologico arriva fino ai dieci. L'opinione pubblica sarà dunque all'oscuro dei grandi reati e delle grandi inchieste per anni e anni, in forza di un divieto tombale di Stato, che blocca l'informazione. Le sanzioni sono pesantissime: carcere fino a due mesi, ammende da 2 a 10 mila euro per "pubblicazione arbitraria", galera fino a sei anni per la "talpa". In più, con una sanzione fino a 465 mila euro a notizia nei confronti delle aziende editoriali (che il Guardasigilli chiama l'"ente") si obbligano gli editori ad adottare specifici "codici di condotta" a loro salvaguardia: ciò comporta che l'editore abbia un suo interesse autonomo, collegato ma distinto da quello del giornalista, a far sì che non si pubblichino determinate notizie. Si spinge cioè l'editore a intervenire nei contenuti di un giornale, cosa che in un sistema sano non avviene, pur avendo l'editore la piena potestà sulla parte che lo compete, fino a decidere la sostituzione del direttore. Infine, la pressione del governo sull'Ordine dei giornalisti, perché il disegno di legge impone al pubblico ministero di informare "immediatamente" l'Ordine su chi ha violato il decreto di pubblicazione, e in più prevede la sospensione dall'esercizio della professione fino a tre mesi.

Il quadro è chiaro. Con il risultato che gli indagati potranno fare dichiarazioni sulle inchieste a cui sono sottoposti e i giornalisti non potranno replicare, non conoscendo gli atti. E con il rischio che nel divieto di trasparenza e nel silenzio di Stato si gonfi fuori da ogni responsabilità istituzionale una bolla di voci sulle indagini, di allusioni e di sospetti che potranno essere usati a piacimento e fuori da ogni controllo di legittimità: anche come arma politica, e soprattutto da chi controlla i mezzi d'informazione e ha già dimostrato ampiamente e con successo di saper killerare con false notizie i suoi critici.

Entreremo dunque in una fase di ricatti sospesi, di calunnie e di allusioni. Con giornali dimezzati, magistrati limitati, cittadini disinformati. Insieme con le leggi ad personam e il conflitto d'interessi questa censura di Stato è il terzo elemento che trasforma l'anomalia berlusconiana in un regime. L'opposizione non sembra consapevole del pericolo, il mondo dell'informazione nemmeno, dunque il governo va avanti. Ma ci sono battaglie che devono essere combattute indipendentemente dai rapporti di forza: lo faremo.

martedì 18 maggio 2010

ANEMONE STORIE DI APPALTI PUBBLICI CON CRICCA PARENTALE - BALLARO' 18/05/2010

LIPPI E I 28 CONVOCATI IN CONFERENZA STAMPA -FUORI GROSSO - NON HO DEBITI DI RICONOSCENZA

Ddl Lavoro " IN SORDINA MA A VOCE" : Governo vuole imporre il licenziamento a voce















Incredibile voltafaccia del Governo sul Ddl Lavoro, il cui testito lesivo dei diritii basilari dei lavoratori era stato respinto eprisno dal presidente Napolitano: il relatore di maggioranza (Pdl) Maurizio Castro ha proposto di cancellare la modifica ottenuta dal Pd nel passaggio alla Camera del Collegato Lavoro con l'emendamento Damiano (Pd).

In questo modo il lavoratore non potrebbe più scegliere per l'arbitrato invece che per la giustizia ordinaria solo in caso di licenziamento, ma dovrebbe farlo già in fase di assunzione, firmando unaclausola compromissoria(entro 30 giorni dall'assunzione) che, in molti casi, diventerebbe unricatto per poter essere assunti.

Questo nuovo emendamento Castro cancella di netto quello Damiano: se passerà, sarà una modifica che va in direzione peggiorativa, secondo il senatore del Pd Giorgio Roilo, capogruppo in Commissione lavoro: si toglie ai lavoratori la possibilità di scegliere in libertà e si lascia libero il datore di lavoro di licenziare a voce, senza neppure una comunicazione scritta.

Il testo dell'emendamento proposto da Castro recita infatti: «Le commissioni di certificazione accertano, all'atto della sottoscrizione della clausola compromissoria, l'effettiva volontà delle parti di devolvere ad arbitri le eventuali controversie nascenti dal rapporto di lavoro".

Il gruppo del Pd in commissione lavoro è fermamente contrario a sopprimere gli effetti dell'emendamento Damiano, perchè questolederebbe i diritti fondamentali dei lavoratori, penalizzandoli ulteriormente, oltre ad andare in contrasto con quanto richiesto dal Capo dello Stato.

Lo ha ribadito anche lo stesso Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro a Montecitorio e firmatario dell'emendamento, affermando che «è molto grave che la maggioranza abbia preannunciatoal Senato di voler modificare l'attuale testo del Collegato Lavoro nella parte cambiata alla Camera»", annullando i passi avanti compiuti in una discussione già molto controversa. Non resta che attendere l'esito del voto al Senato...

da PMI.IT

Emendamento relatore Castro (Pdl) prevede forma non scritta (Il Sole 24 Ore Radiocor) - , 17 mag - Nei contratti di lavoro a tempo determinato si apre la strada al licenziamento del lavoratore anche in forma non scritta. Lo prevede un emendamento del relatore (Pdl) al collegato sul lavoro presentato alle e Lavoro del Senato che interpellato in merito ha spiegato che quello del licenziamento non in forma scritta e' una fattispecie che si verifica "in casi residuali, come ad esempio nelle piccole botteghe". In particolare, l'emendamento del relatore all'articolo 32 in materia di 'decadenze e disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo determinato' aggiunge che, "in caso di licenziamento intimato senza la forma scritta, il termine di decadenza" per fare ricorso contro il licenziamento "e' fissato in 90 giorni" (invece che nei 60 giorni previsti per il licenziamento in forma scritta) a decorrere dalla comunicazione del licenziamento o dalla comunicazione dei motivi nel caso in cui non fosse contestuale a quella del licenziamento. Inoltre, "in caso di mancata indicazione per iscritto dei motivi del licenziamento" il termine di decadenza per impugnare il licenziamento "e' fissato in novanta giorni dal termine entro il quale detti motivi devono essere comunicati". Infine, viene specificato che "l'onere della prova della decadenza dell'impugnazione spetta al datore di lavoro".

IL SOLE24ORE

Ecco i gesti che potrebbero rivelare la falsità dell'aggressione a Berlusconi


Al secondo 1.08 il gomito di Berlusconi fa un movimento innaturale indietro..., come per dare un segnale a chi era dietro di Lui...
Dopo pochi secondi quella persona tocca con il pugno chiuso dietro le spalle dell'addetto alla sicurezza alla destra di Berlusconi e questo alza una mano verso il punto in cui è Tartaglia ed alcuni operatori della troupe televisiva...
A chi piace pensare a male possono sembrare segnali di avvio di una truffa... a pensare a male spesso ci si azzecca!!!

lunedì 17 maggio 2010

GARIBALDI A BORGHEZIO - NON DICA CAZZATE !

FONDI DI TANTE VERITA' NEL FILM DELLA GUZZANTI A OTTO E MEZZO CONTRO CARLO ROSSELLA



domenica 16 maggio 2010

LADRI DI DEMANIO BALNEARE PUBBLICO - VEDERE PER CREDERE a REPORT 16/05/2010

LUCIANO LIGABUE INTERVISTA a CHE TEMPO CHE FA 16/05/2010

SIENA-INTER 0-1 INTERVISTA MOURINHO DOPO PARTITA CAMPIONI D'ITALIA 16/05/2010

giovedì 13 maggio 2010

La metafisica del debito



Cosa può fare uno Stato europeo per sostenere la propria inefficienza e non fallire? Per spendere più di quanto incassa?

RACCONTO DI GIUSEPPE GUGLIOTTA E LA SPOLIZZIOTTATA




... ED ORA IL CAPO DELLA POLIZIA DI ROMA VENGA A CHIEDERE SCUSA DAVANTI ALLE TELECAMERE DELLA TV DI STATO

martedì 11 maggio 2010

TRAILER - DRAQUILA di SABINA GUZZANTI e intervista

<

RODOTA' - COLPO BASSO ALLA LIBERTA' DI PAROLA DOPO DDL INTERCETTAZIONI



La liberta' e' partecipazione informata.

PER LA LIBERTÀ D'INFORMAZIONE, PER LE LIBERTÀ COSTITUZIONALI

All’appello contro la legge bavaglio sulle intercettazioni hanno già aderito quasi 30.000 persone, gruppi, sindacati e associazioni.

All’appello hanno dato il loro sostegno alcuni tra i maggiori costituzionalisti italiani:

Valerio Onida, Presidente dell’Associazione dei costituzionalisti italiani; Alessandro Pace, già Presidente della stessa associazione;Gaetano Azzariti; Lorenza Carlassare; Mario Dogliani; Gianni Ferrara.

Per approvare il disegno di legge è stata impressa una vistosissima accelerata ai lavori parlamentari Sono previste sedute mattutine, pomeridiane e notturne della Commissione Giustizia del Senato per concludere l’esame di un testo dall’impianto proibizionista e punitivo. E’ indispensabile moltiplicare gli sforzi per rafforzare l’opposizione a questo attentato alle libertà costituzionali.

Invitiamo tutti a a metterci la faccia, alla pagina Facebook http://bit.ly/cVcr10 che ha raggiunto il numero di 15.800 adesioni oppure a firmare in calce l'appello che ha già raggiunto la cifra enorme di 13.107 firme.

La libertà è partecipazione informata”


Al Senato la maggioranza cerca di imporre la Legge sulle intercettazioni telefoniche che scardinerebbe aspetti essenziali del sistema costituzionale.
Sono a rischio la libertà di manifestazione del pensiero ed il diritto dei cittadini ad essere informati.
Non tutti i reati possono essere indagati attraverso le intercettazioni e viene sostanzialmente impedita la pubblicazione delle intercettazioni svolte
Una pesante censura cadrebbe sull’informazione. Anche su quella amatoriale e dei blog (Art.28).
Se quella legge fosse stata in vigore, non avremmo avuto alcuna notizia dei buoni affari immobiliari del Ministro Scajola e di quelli bancari di Consorte.
Se la legge verrà approvata, la magistratura non potrà più intervenire efficacemente su illegalità e scandali come quelli svelati nella sanità e nella finanza, non potrà seguire reati gravissimi.
Si dice di voler tutelare la Privacy: un obiettivo legittimo, che tuttavia può essere raggiunto senza violare principi e diritti.
Si vuole, in realtà, imporre un pericoloso regime di opacità e segreto.
Le libertà costituzionali non sono disponibili per nessuna maggioranza.

Stefano Rodotà
Fiorello Cortiana
Juan Carlos De Martin
Arturo Di Corinto
Carlo Formenti
Guido Scorza
Alessandro Gilioli

Enzo Di Frenna' - COLPO BASSO ALLA LIBERTA' DI PAROLA DOPO DDL INTERCETTAZIONI



POLIZZIOTTI INCAPACI CHE AGGREDISCONO - SEGUIAMO LA VICENDA FINO ALLA FINE !



POLIZZIOTTI INCAPACI CHE AGGREDISCONO - SEGUIAMO LA VICENDA FINO ALLA FINE!
L'ITALIETTA VA AVANTI A COLPI DI INGIUSTIZIE MASCHERATE OCCULTATE... INSOMMA POCO CHIARE.
ACCENDIAMO I RIFLETTORI SULLA VICENDA DEL RAGAZZO AGGREDITO DAI POLIZZIOTTI NEI DINTORNI DELLO STADIO DI ROMA
PERCHE' PRIMA DI LUI CI SONO STATI ALTRI FATTI ANALOGHI CHE SONO FINITI NEL BUIO PIU' TOTALE.

NON DIMENTICHERO' !

LA BRAMBILLA CRITICA IL FILM DELLA GUZZANTI " DRAQUILA " - MI FACCI CONCLUDERE !

ATTENZIONE ! APPROVATO IERI: ART. 50-bis/Repressione di attività di apologia o istigazione... COMPIUTA A MEZZO INTERNET

NESSUN TELEGIORNALE HA AVUTO IL PERMESSO DI DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA

Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet"; la prossima settimana Il testo approderà alla Camera come articolo nr. 60.

Questo senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo... il che la dice lunga sulle alleanze trasversali del disegno liberticida della Casta.

In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE..??!) contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne il blog o il sito.

Questo provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all'ESTERO; basta che il Ministro dell'Interno disponga con proprio decreto l'interruzione dell'attività del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di connettività alla rete internet. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni da 50.000 a 250.000 euro.

Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'ODIO (!) fra le classi sociali.
MORALE: questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta.

In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.

ITALIA: l'unico Paese al mondo in cui una media company (Mediaset) ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.

Con questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni che finora non riusciva a dominare.

Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet, l'Italia prende a modello la Cina, la Birmania e l'Iran.
Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati la rivista specializzata "Punto Informatico" e il blog di Grillo.

Fatela girare il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica la "democrazia" è un concetto VUOTO.

venerdì 7 maggio 2010

TEKNOCASA DELLE LIBERTA' - PARODIA - PARLA CON ME

Le truffe sui telefoni cellulari

Le truffe sui telefoni cellulari

In poche parole, dopo aver acquistato un telefono evoluto per poter avere le mail e internet a disposizione, molti si ritrovano con il credito sempre intaccato pesantemente da addebiti effettuati da un servizio a pagamento mai richiesto da parte di varie società con varie denominazioni come ad esempio Teleunit-Vip Mobile, con cui non hanno mai avuto niente a che fare!

Chiamando poi il proprio call center provider dopo qualche tempo si viene a scoprire che esistono questi signori che in barba a tutte le leggi ti mandano messaggi SMS e se non si risponde no automaticamente si sottoscrive con essi un contratto all’invio si varie insulsaggini a prezzi da banditi (minimo 5 euro settimanali).

Servizi a pagamento su cellulari.
Milioni di persone sono al centro di una truffa inimmaginabile in un paese civilizzato.

Girato per i vari siti si può vedere che chi ci è caduto, suo malgrado, è una schiera notevole.

Per togliere questo servizio bisogna fare notevoli peripezie con il telefono oppure rivolgersi al gestore che, stranamente, lo disabilita subito, ovviamente di rimborso non se ne parla nemmeno.

Ora bisognerebbe veramente mettere freno a questi soprusi che la maggior parte delle volte rimangono anche inpuniti perchè, viste le "modiche" cifre in ballo nessuno si avventura a fare causa civile al Corecom o denunce se non accompagnati da un’amico avvocato.

Quindi, dopo vari tentativi ci si trova di fronte un muro di gomma con scambi a vicenda di responsabilità tra gestore che non ne vuole sapere e utente truffato.
I servizi a pagamento non richiesti si scoprono soltanto ad avvenuto pagamento, perchè prima non ve n’è traccia.

I vari:
Teleunit
Suonerie By EVA: SMS contenente Polivip1 OFF al numero 48278
Canzoni By EVA: SMS contenente Canzonivip1 OFF al numero 48278
Sfondi By EVA: SMS contenente Sfondivip1 OFF al numero 48278
"Sembrano" protetti dall’alto per esercitare i loro loschi traffici.

IL VIDEO CHE HA MANDATO IN BESTIA BERLUSCONI



BERLUSCONI CRITICA LA DANDINI... FORSE PERCHE' IN QUESTO VIDEO C'E' TANTA VERITA' SUGLI ULTIMI ANNI DI QUESTO PAESE.

LEGITTIMO SOSPETTO

Abbiamo votato i ricchi perchè non rubassero

Abbiamo votato i ricchi perchè non rubassero On.le Scajola, non sono solidale.

seguito delle sue dimissioni, in molti si sono dichiarati “solidali” con lei e -anche da sinistra- hanno lodato il suo “senso istituzionale” per le dimissioni finalmente presentate anche in mancanza di avviso di garanzia o come diavolo si chiama attualmente. A mio parere, invece, lei non merita il plauso per essersi dimesso: si e’ trattato semplicemente di un atto dovuto e per di piu’ tardivo; il problema e’ che lei abbia accettato -se non addirittura sgomitato- di fare il Ministro. Il “passo indietro” avrebbe dovuto farlo molto prima, nel 2004.
A
Fin da quando ha comprato casa, doveva ben sapere che quel che comprava valeva piu’ del doppio: non era quindi “solo” una questione di evasione dell’imposta di registro. In certi casi, anche l’ ultimo degli analfabeti capisce che e’ stato superato il confine che divide l’ “affare” dal malaffare. Se compri una Vuitton da un senegalese non puoi raccontare di aver creduto che fosse autentica. Se ti offrono una Ferrari seminuova a 30000 euri non puoi non pensare che non sia stata rubata. Da quell’ “affare”, lei, On.le, doveva tenersi lontano. Vede, quando vengo in Italia, io vado in albergo: allorche’, oltre venti anni addietro, liquidai la mia attivita’, fra notai, avvocati, commercialisti, imposte e tasse varie, spesi l’ equivalente di un bell’appartamento in citta’; detti -molto malvolentieri- a Cesare quel che era di Cesare, e con 10000 dollari l’appartamento, modesto, lo comprai in Romania. Da lei ho appreso che mi comportai da cretino: avrei dovuto lasciar morire l’ attivita’ senza pagarne i debiti e comprarmi -tramite un prestanome- l’ appartamento in citta’.
Percio’, non solo non mi sento “solidale” con lei, ma mi spiace molto che alti esponenti del Partito che io ho votato, invece di fare le riforme promesse per ottenere il mio -e non solo il mio- voto, si preoccupano di mostrarsi “solidali” con lei. Ma cosa vuol dire solidali? Che se io fossi scappato senza liquidare regolarmente la mia attivita’ si sarebbero dimostrati “solidali” con me? Non credo proprio, anzi. Mi avrebbero perseguitato con tutti i mezzi e i poteri di cui dispone lo Stato. E allora? Mi spiace che i responsabili del PDL non abbiano espresso apertamente e chiaramente -accanto all’ eventuale plauso per la sua attivita’ come Ministro- la condanna per l’a dir poco “incauto” acquisto e per aver accettato -con quello scheletro nell’armadio- l’ incarico di Ministro.

Lei e il PDL avete deluso i vostri elettori su di un punto sensibile e cruciale: abbiamo mandato i “ricchi” al Governo convinti che non avrebbero avuto bisogno di rubare ai cittadini e che, proprio perche’ gia’ ricchi, avrebbero piu’ facilmente potuto fare le riforme necessarie al Paese e chiedere grandi sacrifici alla collettivita’, perche’ non condizionati dal bisogno di rimanere abbarbicati alla casta pur di assicurarsi pane e companatico. Che razza di riforme puoi fare se -per mangiare- dipendi dal voto degli elettori? Ma se anche i “ricchi” rubano… . Lei, on.le, non e’ ricco, e’ ricchissimo da sempre: perche’ ha disonorato se stesso, la sua famiglia e il Partito come un “mariuolo” qualsiasi?

Saluti

SIAMO SICURI CHE SIA SOLO COLPA DI TOTTI ?

Lettori fissi